Cinerario sferoide - Taranto, Museo Archeologico Nazionale (foto tratta da F. G. LO PORTO, La necropoli del Pozzillo, in R. CASSANO - a cura di),Principi, Imperatori, Vescovi - Venezia 1992)
Turismo e cultura

L’evoluzione della ceramica canosina dal XII al III sec. a.c.: i Cinerari di contrada Pozzillo

Francesco Specchio
Francesco Specchio
Considerati il punto di partenza della produzione vascolare canosina - Età del Bronzo
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Cinerario situliforme - Taranto, Museo Archeologico Nazionale (foto tratta da F. G. LO PORTO, La necropoli del Pozzillo, in R. CASSANO a cura di Principi, Imperatori, Vescovi - Venezia 1992)
Immagine 2 Cinerario situliforme - Taranto, Museo Archeologico Nazionale (foto tratta da F. G. LO PORTO, La necropoli del Pozzillo, in R. CASSANO a cura di Principi, Imperatori, Vescovi - Venezia 1992)

In questa nostra rubrica dove parleremo delle antichissime origini della ceramica canosina, una tradizione plurimillenaria che si è sviluppata in modo continuo, favorita principalmente dall’abbondanza di una materia prima come l’argilla, una roccia sedimentaria che caratterizza il nostro sottosuolo, partiamo dai Cinerari di contrada Pozzillo.

Alcuni tra i più antichi esemplari finora documentati sono stati prodotti durante l’Età del bronzo (1400-1200 a.C.). Nel 1969, durante un’indagine compiuta dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia presso Contrada Pozzillo – a circa 1,5 km a nord dall’abitato cittadino, in prossimità del fiume Ofanto – furono riportati alla luce circa 200 cinerari, attualmente conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, creati con impasto brunastro, dalla forma globulare, con orlo svasato.

Le decorazioni sono incise a meandro a nastro, oppure a catena di losanghe opposte ai vertici racchiuse da due nastri che si sviluppano al di sotto e al di sopra delle forme romboidali. Gli spazi interni delle forme decorative sono riempiti di punteggi. Alcuni di questi contenitori sono affiancati da manici.
Tali recipienti erano quindi utilizzati per la custodia di spoglie funebri, chiusi in alcuni casi da coperture in pietra, o da lastre e stipati in modo ravvicinato all’interno di pozzetti.

La loro scoperta permette di capire come, durante la fase protostorica, in prossimità dell’Ofanto, si fosse verificata una concentrazione di sepolture forse dovuta alla presenza di un vicino insediamento abitativo.

La forma esteticamente approssimativa, realizzata presumibilmente a mano, e le decorazioni essenziali potrebbero essere considerati il punto di partenza della produzione vascolare canosina che, dopo il 1000 a.C., avrebbe cominciato una costante e progressiva evoluzione giungendo ad elaborate e raffinate realizzazioni.

BIBLIOGRAFIA

F. RADINA, L’insediamento lungo la media valle ofantina, in R. CASSANO (a cura di), “Principi, Imperatori, Vescovi”, Venezia 1992

F. G. LO PORTO, La Necropoli del Pozzillo, in R. CASSANO (a cura di), “Principi, Imperatori, Vescovi”, Venezia 1992

lunedì 26 Dicembre 2022

(modifica il 12 Gennaio 2023, 12:44)

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