Amministrative 2022

Rigenerazione, Sostenibilità e Sviluppo, ne parliamo con il candidato sindaco, Roberto Morra

Maria Rosaria Di Chio
Avvocato
Intenzioni e azioni sui 3 temi piu dibattuti in questa campagna elettorale
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Chiudiamo le nostre interviste ai candidati sindaci per la città di Canosa di Puglia, con quella al sindaco uscente, nonché candidato alla prossima consigliatura, avv. Roberto Morra, sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico. Così come nelle precedenti interviste il confronto tra i candidati alla guida della città, avviene sui 3 temi più dibattuti in questa campagna elettorale che sono: “Rigenerazione”, “Sostenibilità” e “Sviluppo”.

Durante la conversazione viene chiesto al candidato sindaco di esplicitare le sue intenzioni e possibilmente le azioni, che intende mettere in campo in merito ai 3 argomenti trattati, al fine di contribuire a chiarire la propria posizione alle amministrative del 12 giugno 2022 sul ‘progetto di città’. Nel caso specifico, col candidato Morra, le domande verteranno su quanto già fatto durante i 5 anni di amministrazione e come, eventualmente, intende proseguire in merito agli argomenti trattati.

Il taglio dell’intervista non cambia a seconda dell’interlocutore ma è sempre lo stesso, improntato sulla precisione, la trasparenza delle idee e dei piani di lavoro e sugli obiettivi concreti che ogni candidato alla guida della città intende raggiungere nel prossimo quinquennio. I toni sono distesi, perché vogliamo innanzitutto mettere a proprio agio i nostri interlocutori e allo stesso tempo ne raccomandiamo la lettura a chiunque, senza pregiudizi e partiti presi a prescindere, voglia realmente conoscere resoconti e programmi futuri dei candidati.

L’ordine della pubblicazione delle interviste è stato dettato dalla disponibilità degli stessi candidati ad incontrarci.  

Con lei vogliamo iniziare l’intervista con la parola “Sostenibilità”: in che modo ritiene di aver contribuito in questi 5 anni alla crescita di una città più sostenibile, green, diremmo usando un termine tanto diffuso oggi?

In effetti, vista la mia posizione, questa campagna elettorale a me serve più per dire quello che abbiamo fatto rispetto a quello che andremo a fare. Per me “green” è innanzitutto una città che funziona e noi, dal punto di vista del verde, abbiamo portato avanti diverse campagne di sensibilizzazione fatte soprattutto per coinvolgere i giovani all’utilizzo e al rispetto del verde pubblico. Credo che questo tipo di campagne siano l’arma più potente per rendere una città ecosostenibile.

Abbiamo piantato oltre 500 alberi nell'arco dei 5 anni aderendo a diverse manifestazioni. Abbiamo azzerato l’utilizzo della plastica (piatti, posate etc.) all'interno delle scuole, in pratica dalle scuole non esce più plastica. Abbiamo adeguato il nostro appalto dei rifiuti, altro intervento importante per l’impatto ambientale. Abbiamo dotato Canosa dei Centri Comunali di Raccolta che in passato non esistevano, o meglio erano gestiti da privati e nel momento in cui l'appalto è scaduto, ci siamo ritrovati senza CCR, pertanto ne abbiamo realizzati diversi pubblici tra cui uno a Loconia finalizzato soprattutto a porre fine al fenomeno dell'incendio delle plastiche da parte degli agricoltori. Ne abbiamo progettato e messo a finanziamento anche un altro a Canosa, all'interno dal quale è previsto un luogo dove poter depositare utensili e indumenti che possano essere riutilizzati da altri attraverso una sorta di riciclo, di scambio che allunga così il ciclo di vita del prodotto.

Proseguiamo col tema dello “Sviluppo”: quali sono state le basi poste per lo sviluppo della città, e soprattutto quale sarà la strada, o le strade, da intraprendere o sulle quali proseguire in questa direzione?

La chiave più importante per lo sviluppo di una città, credo sia fornire alla classe imprenditoriale e commerciale la possibilità di ingrandire le proprie aziende, tant’è che molti per poterlo fare sono andati fuori Canosa, perché in città mancavano gli spazi dove poter costruire dei capannoni. Alla luce di quanto accaduto, noi abbiamo voluto dare alle attività la possibilità di incrementare il lavoro, sia che si parli di artigiani, sia che si parli di imprese. Canosa ha delle evidenti contraddizioni. Ha sei aree industriali, quasi quanto Bari, ma in queste aree industriali volute dal Pug non si è costruito un solo capannone probabilmente perché la programmazione fatta negli anni passati era totalmente sbagliata. C’è stata un’eccessiva frammentazione delle aree industriali, pertanto la programmazione va necessariamente rivista, va fatta una razionalizzazione delle aree produttive con la riduzione delle stesse e l’ampliamento delle categorie produttive insediabili nella D2. L'area di fronte all'autostrada, la D5, quella dove si sarebbe dovuto realizzare il San Giorgio Village, per intenderci, nella variante al Pug che stiamo realizzando, è stata ridimensionata perché lì non serve un'area industriale. Nella zona D2, invece, dove oggi le possibilità sono limitatissime, e si possono costruire solo capannoni a servizio delle attività agroindustriali, abbiamo dato una destinazione molto più ampia e la possibilità a tante altre attività industriali di potersi insediare in quella zona. Abbiamo finalmente anche realizzato una rotatoria per poter far entrare i mezzi ai quali diversamente non sarebbe stato possibile l’accesso.

Stiamo parlando della zona oggetto di discussione dello ZES, giusto?

Certo, la zona D2, una delle pochissime aree candidata allo ZES con i requisiti di essere già urbanizzata. Ci sono altre aree vicine, per esempio come quella di Spinazzola, che non hanno quei requisiti base che trovano appunto il favore della ZES. Le 6 zone industriali previste per Canosa comportavano un’eccessiva settorializzazione delle attività, infatti, alla fine non si è costruito niente. Ecco perché abbiamo lavorato per il ridimensionamento con la creazione di soli 2 poli: un'area artigianale, la D6, finalmente sbloccata, e un'area industriale, la D2, liberata da vincoli legati alla produzione, anziché avere un'eccessiva parcellizzazione. Per esempio, la zona D5, era un’area dove per poter impiantare un capannone si aveva bisogno di 10 milioni di euro di infrastrutture, soldi che non ci sono, soldi che difficilmente arriveranno in un'area che, una volta tramontata l'idea del progetto per la realizzazione del centro commerciale, ha perso di interesse. Oggi, tagliamo quell'area salvaguardando quanto già costruito. Cioè, per le aziende che già ci sono, abbiamo dato la possibilità di crescere e di incrementare le proprie attività lasciando una fascia per l’espansione abbastanza ampia, ma il resto lo abbiamo eliminato. In questo modo le imprese che lì hanno già dei capannoni e volessero ampliarli, possono farlo e in questo modo non tarpiamo le ali a chi volesse espandersi. Abbiamo anche già abbassato la tassazione del 30%. Questo significa per me far crescere l'imprenditoria canosina. Dare alle imprese che vogliono nascere la possibilità di potersi impiantare e a quelle che già lavorano, di potersi espandere.

Ultimo argomento da trattare, la “Rigenerazione”: premettendo che per rigenerazione si intendono un complesso insieme di azioni che tendono non soltanto a riqualificare i luoghi ma anche la vita delle persone, come intende, se questa sarà la scelta, continuare su questa strada?

Rigenerare vuol dire non solo rifare il marciapiede, occorre proprio rigenerare la coscienza dei cittadini di Canosa. Io lo vedo nei quartieri popolari della città, proprio lì dove la mia politica di rigenerazione, nel senso più ampio del termine, è stata più incisiva. Le mie iniziative sono sempre state caratterizzate dalle politiche popolari e cioè da interventi di rigenerazione dei quartieri popolari nella speranza, come dicevo prima, che la rigenerazione parta proprio dalle persone, dalla loro quotidianità, dalle loro condizioni di vita. Io sono quello che ha portato l'acqua agli ultimi piani dei palazzi Torre Caracciolo. Sono quello che li ha fatto mettere i pannelli del fotovoltaico. Quello che ha messo gli infissi a doppio vetro e le tapparelle elettriche nei palazzi dei quartieri popolari, nella speranza che migliorare le condizioni di vita dei meno fortunati possa contribuire a quel tipo di rigenerazione a cui le facevo riferimento poc’anzi. Sono convinto che portare un po’ di agio e di serenità a quelle famiglie contribuisca a migliorare il senso civico dei cittadini. In questi 5 anni con la mia amministrazione ho cercato di creare le condizioni migliori affinché alcune zone della nostra città, come ad esempio la Villa comunale, fossero frequentate dalle famiglie, dai bambini, e fossero disertate dagli spacciatori. Una parte importante del nostro bilancio va per la riparazione delle infrastrutture comunali, pubbliche, per esempio il rifacimento dei bagni pubblici con docce calde, bagni per i disabili … queste per me sono tra le cose che servono a ridare dignità alla città. Prendiamo per esempio la festa di San Sabino, quando arrivano in città centinaia di ambulanti, perché non dobbiamo dare decoro a quei lavoratori, ma alla stessa città, che spesso dovevano lavarsi presso le fontane pubbliche?

Ciò premesso, mi chiedo perché, poi, molti si meravigliano del fatto che io passo le giornate chiuso nel palazzo piuttosto che in giro a dare pacche sulla spalla ai miei concittadini e ad offrire caffè. Vede, io sono convinto che gli amministratori dovrebbero stare più chiusi negli uffici a lavorare che non per strada. A me gratifica il fatto di aver ottenuto per la mia città 25.000.000 di euro di finanziamento già nel 2021, non oggi con i PNRR, poi pensiamo ai soldi che devono arrivare e a quelli che stanno arrivando. E questo è stato frutto di progettazione e lavoro sodo, ininterrotto, per questo preferisco stare chiuso negli uffici a lavorare. Non credo che mi si possa fare una colpa per questo e molto serenamente penso di poter dire di aver dato alla città un'opportunità, una classe dirigente diversa, senza dover sottolineare se sia più o meno brava, o più o meno preparata rispetto alle precedenti, ma sicuramente una classe dirigente che fa politica in maniera trasparente e imparziale cercando di accogliere tutti i cittadini a prescindere dal colore politico o dalla classe sociale di appartenenza. E ci tengo a sottolineare questo perchè a me non piace stare all'interno degli steccati. Il mio steccato non è il Movimento 5 Stelle, non lo era 5 anni fa e a maggior ragione non lo è oggi che ci siamo presentati alle elezioni insieme al Partito Democratico. Il mio obiettivo principale è fare politica in maniera diversa. Ovviamente sono stati commessi anche tanti errori a cui si è cercato di riparare in corso d’opera e comunque vada, io credo di aver posto delle basi solide. E credo che nessuno potrà spostarsi da queste basi. Abbiamo ereditato molti problemi dalle precedenti amministrazioni e abbiamo iniziato a risolverne qualcuno e sicuramente abbiamo cercato di non crearne nuovi. Oggi la pianta ha messo le sue radici perché ed è stata curata e ben innaffiata tanto da dare i suoi frutti, e di certo i miei più accaniti oppositori non potranno prescindere da quanto fatto. Nel caso dovranno proseguire sulla strada tracciata. Se invece dovessi continuare ad amministrare io la città per i prossimi 5 anni, proseguirò su questa strada, il grosso è stato già fatto e passerò la maggior parte del mio tempo chiuso negli uffici con i mei collaboratori a lavorare per la città. Sono pagato per questo e non posso fare altro.

Concludendo, vorrei arrivasse chiara e nitida ai cittadini la mia idea che non debba essere il candidato sindaco ad andare del cittadino a chiedere il voto. Ma è il cittadino, in base all'operato del candidato, ad andare a casa di chi reputa una persona capace a chiedere di amministrare il proprio paese. Io non ho mai chiesto il voto a nessuno, porto un programma, un progetto e un rendiconto, poi i cittadini decidano quello che vogliono, vuol dire che, nel caso in cui i cittadini decidano che non debba più continuare io per il prossimo mandato, tornerò al mio dignitoso lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 10 Giugno 2022

(modifica il 1 Luglio 2022, 10:33)

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